Sotto inchiesta per falso, Putzu: accuse infondate. “Su di me gogna social”


Andrea Putzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, e Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo
Ancona, 8 novembre 2025 – “Credo sia giusto che si faccia chiarezza sulla vicenda, lasciandola nel suo percorso naturale. La politica deve interessarsi di altro e attendere l’epilogo”. Parole del governatore Acquaroli, a margine dell’assemblea di Confindustria Pesaro-Urbino, sull’inchiesta della Procura di Ancona che coinvolge il numero uno di FdI in Consiglio regionale, l’elpidiense Andrea Putzu. ll capogruppo di Fratelli d’Italia, al secondo mandato in Regione, è indagato per falso ideologico dopo l’esposto presentato dall’ex sindaco di Fermo (già presidente di Erap Marche) Saturnino Di Ruscio per una presunta incandidabilità di Putzu alle regionali 2020, nelle quali Di Ruscio fu il primo dei non eletti – dietro a Putzu – nelle file di FdI nella circoscrizione di Fermo. “Mi auguro che (Putzu, ndr) possa chiarire tutto in piena serenità”, ha detto Acquaroli.
Di Ruscio sollevò il caso della non candidabilità di Putzu nel 2020L’inchiesta – dicevamo – è partita in estate, sul finire della scorsa consiliatura, quando Di Ruscio ha sollevato il caso della non candidabilità di Putzu nel 2020, perché condannato a otto mesi e venti giorni per falso ideologico, con sentenza passata in giudicato nel 2018, per avere autenticato alcune firme risultate false a sostegno di liste elettorali per le politiche del 2013. Di Ruscio sostiene che la condanna fosse ostativa e avrebbe dovuto essere menzionata nel 2020 nel certificato penale che tutti i consiglieri sono tenuti a presentare, facendo di fatto decadere il seggio di Putzu nell’assemblea regionale ai sensi della legge Severino, mentre quest’ultimo attestò di non incorrere in nessuna delle cause di incandidabilità e ha sempre contestato tale interpretazione, sostenendo di avere “operato in conformità di legge”. “La condanna prevede la non menzione nel casellario giudiziale, che si presenta nullo – aveva spiegato –. Per questo mi sono considerato e mi considero validamente eletto”. Ora sarà la Procura di Ancona a dirimere la vexata quaestio.
Putzu rompe il silenzio: “Sono sereno perché so di non avere commesso alcun reato”Intanto Putzu rompe il silenzio e affido la sua difesa a una nota. “Scopro di essere stato denunciato da Di Ruscio con conseguente e obbligata iscrizione nel registro degli indagati – scrive –. Sono indagato come qualsiasi cittadino che viene denunciato, notizia nota da tempo, visto che ormai le querele prima si annunciano sui social, poi si presentano nelle sedi competenti. Sono dispiaciuto nel notare la strumentalizzazione fatta per attaccarmi politicamente, ma sono sereno perché so di non avere commesso alcun reato”. Chiosa polemica. “Non posso non rilevare e complimentarmi per come informazioni coperte dal più stretto riserbo investigativo siano misteriosamente trapelate e prontamente offerte in pasto ai social – aggiunge il capogruppo di FdI –, al solo scopo di riproporre la gogna cui sono stato più volte esposto in campagna elettorale”.
Lo strascico che tocca anche il Consiglio regionaleLa vicenda ha un ulteriore strascico che tocca anche il Consiglio regionale: nell’esposto Di Ruscio ha chiamato in causa per omissione di atti d’ufficio anche l’ex presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, e il segretario dell’assemblea legislativa, Antonio Russi, che non sarebbero intervenuti nei tempi per verificare le condizioni di incandidabilità del consigliere di FdI. Latini dice di non avere ricevuto alcun avviso di garanzia e di essere sereno per il proprio operato e quello del Consiglio. Allora aveva spiegato che non ci sarebbero stati i tempi per raccogliere la documentazione e poi discutere in aula la questione, perché l’assemblea era in scadenza. Quanto a Putzu, ai primi di settembre la Procura gli ha notificato l’avviso di sequestro dei documenti necessari all’indagine, ovvero il certificato penale diventato il busillis della vicenda. “Sono certo che la Procura farà correttamente il suo lavoro e potrà constatare che le accuse sono prive di fondamento”, dice Putzu, che intanto il 12 agosto ha chiesto e ottenuto dal Tribunale del Riesame la riabilitazione proprio per la condanna avuta nel 2018, per potersi così candidare di nuovo alle regionali.
İl Resto Del Carlino




